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Album Concerto (1979)

 

 

   

 
  1. Canzone per un'amica
  2. L'atomica Cinese
  3. Noi non ci saremo
  4. Per fare un uomo
  5. Primavera di Praga
  6. Dio è morto
  7. Auschwitz
  8. Noi
  9. Statale 17



CANZONE PER UN'AMICA
Lunga e diritta correva la strada, l'auto veloce correva
la dolce estate era già cominciata vicino lui sorrideva,
vicino lui sorrideva...
Forte la mano teneva il volante, forte il motore cantava,
non lo sapevi che c'era la morte quel giorno che ti aspettava,
quel giorno che ti aspettava...
Non lo sapevi che c'era la morte, quando si è giovani è strano
poter pensare che la nostra sorte venga e ci prenda per mano,
venga e ci prenda per mano...
Non lo sapevi, ma cosa hai sentito quando la strada è impazzita,
quando la macchina è uscita di lato e sopra un'altra è finita,
e sopra un'altra è finita...
Non lo sapevi, ma cosa hai pensato quando lo schianto ti ha uccisa,
quando anche il cielo di sopra è crollato, quando la vita è fuggita,
quando la vita è fuggita...
Dopo il silenzio soltanto è regnato tra le lamiere contorte:
sull'autostrada cercavi la vita, ma ti ha incontrato la morte,
ma ti ha incontrato la morte...
Vorrei sapere a che cosa è servito vivere, amare, soffrire,
spendere tutti i tuoi giorni passati se così presto hai dovuto partire,
se presto hai dovuto partire...
Voglio però ricordarti com'eri, pensare che ancora vivi,
voglio pensare che ancora mi ascolti e che come allora sorridi
e che come allora sorridi..

L'ATOMICA CINESE
Si è levata dai deserti in Mongolia occidentale
una nuvola di morte, una nuvola spettrale che va, che va, che va...
Sopra i campi della Cina, sopra il tempio e la risaia,
oltrepassa il Fiume Giallo, oltrepassa la muraglia e va, e va, e va...
Sopra il bufalo che rumina, su una civiltà di secoli,
sopra le bandiere rosse, sui ritratti dei profeti,
sui ritratti dei signori
sopra le tombe impassibili degli antichi imperatori...
Sta coprendo un continente, sta correndo verso il mare,
copre il cielo fino al punto dove l' occhio può guardare e va, e va, e va...
Sopra il volo dei gabbiani che precipitano in acqua,
sopra i pesci che galleggiano e ricoprono la spiaggia e va, e va, e va...
Alzan gli occhi i pescatori verso un cielo così livido,
le onde sembra che si fermino, non si sente che il silenzio
e le reti sono piene di cadaveri d'argento...
Poi le nuvole si rompono e la pioggia lenta cade
sopra i tetti delle case, tra le pietre delle strade,
sopra gli alberi che muoiono, sopra i campi che si seccano,
sopra i cuccioli degli uomini, sulle mandrie che la bevono,
sulle spiagge abbandonate una pioggia che è veleno
e che uccide lentamente, pioggia senza arcobaleno
che va, che va, che va, che va, che va!

NOI NON CI SAREMO
Vedremo soltanto una sfera di fuoco, più grande del sole, più vasta del mondo;
nemmeno un grido risuonerà, solo il silenzio come un sudario si stenderà
fra il cielo e la terra, per mille secoli almeno, ma noi non ci saremo.
Poi per un anno la pioggia cadrà giù dal cielo
e i fiumi solcheranno la terra di nuovo, verso gli oceani correranno,
e ancora le spiagge risuoneranno delle onde,
e in alto nel cielo splenderà l'arcobaleno, ma noi non ci saremo.
E catene di monti coperti di neve saranno confine a foreste di abeti
mai mano d'uomo le toccherà, e ancora le spiagge risuoneranno delle onde
e in alto, lontano, ritornerà il sereno, ma noi non ci saremo.
E il vento d'estate che viene dal mare intonerà un canto fra mille rovine,
fra le macerie delle città, fra case e palazzi che lento il tempo sgretolerà
fra macchine e strade risorgerà il mondo nuovo, ma noi non ci saremo.
E dai boschi e dal mare ritorna la vita, e ancora la terra sarà popolata,
fra notti e giorni il sole farà le mille stagioni e ancora il mondo percorrerà
gli spazi di sempre per mille secoli almeno, ma noi non ci saremo

PER FARE UN UOMO
E cade la pioggia e cambia ogni cosa,
la morte e la vita non cambiano mai:
l' inverno è tornato, l' estate è finita,
la morte e la vita rimangono uguali,
la morte e la vita rimangono uguali...
Per fare un uomo ci voglion vent'anni,
per fare un bimbo un' ora d'amore,
per una vita migliaia di ore,
per il dolore è abbastanza un minuto,
per il dolore è abbastanza un minuto...
E verrà il tempo di dire parole
quando la vita una vita darà
e verrà il tempo di fare l' amore
quando l' inverno più a nord se ne andrà,
quando l' inverno più a nord se ne andrà...
Poi andremo via come fanno gli uccelli
che dove vanno nessuno lo sa,
ma verrà un tempo e quel cielo vedremo
quando l' inverno dal nord tornerà,
quando l' inverno dal nord tornerà...
E cade la pioggia e cambia ogni cosa,
la morte e la vita non cambiano mai:
l' estate è passata, l' inverno è alle porte,
la vita e la morte rimangono uguali,
la vita e la morte rimangono uguali...

PRIMAVERA DI PRAGA
Di antichi fasti la piazza vestita grigia guardava la nuova sua vita:
come ogni giorno la notte arrivava, frasi consuete sui muri di Praga.
Ma poi la piazza fermò la sua vita e breve ebbe un grido la folla smarrita
quando la fiamma violenta ed atroce spezzò gridando ogni suono di voce.
Son come falchi quei carri appostati; corron parole sui visi arrossati,
corre il dolore bruciando ogni strada e lancia grida ogni muro di Praga.
Quando la piazza fermò la sua vita sudava sangue la folla ferita,
quando la fiamma col suo fumo nero lasciò la terra e si alzò verso il cielo,
quando ciascuno ebbe tinta la mano, quando quel fumo si sparse lontano
Jan Hus di nuovo sul rogo bruciava all'orizzonte del cielo di Praga.
Dimmi chi sono quegli uomini lenti coi pugni stretti e con l'odio fra denti;
dimmi chi sono quegli uomini stanchi di chinar la testa e di tirare avanti;
dimmi chi era che il corpo portava, la città intera che lo accompagnava:
la città intera che muta lanciava una speranza nel cielo di Praga.

DIO E' MORTO
Ho visto
la gente della mia età andare via,
lungo le strade che non portano mai a niente,
cercare il sogno che conduce alla pazzia
nella ricerca di qualcosa che non trovano,
nel mondo che hanno già, dentro alle notti che dal vino son bagnate,
dentro alle stanze da pastiglie trasformate,
lungo alle nuvole di fumo del mondo fatto di città,
essere contro od ingoiare la nostra stanca civiltà,
è un Dio che è morto:
ai bordi delle strade Dio è morto,
nelle auto prese a rate Dio è morto,
nei miti dell'estate Dio è morto.
Mi han detto
che questa mia generazione ormai non crede
in ciò che spesso ha mascherato con la fede,
nei miti eterni della Patria o dell'eroe
perché è venuto ormai il momento di negare
tutto cio che è falsità, le fedi fatte di abitudine e paura,
una politica che è solo far carriera,
il perbenismo interessato, la dignità fatta di vuoto,
l'ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto,
è un Dio che è morto:
nei campi di sterminio Dio è morto,
coi miti della razza Dio è morto,
con gli odii di partito Dio è morto.
Ma penso
che questa mia generazione è preparata
a un mondo nuovo e a una speranza appena nata,
ad un futuro che ha già in mano, a una rivolta senza armi,
perché noi tutti ormai sappiamo che se Dio muore è per tre giorni e poi risorge:
in ciò che noi crediamo Dio è risorto,
in ciò che noi vogliamo Dio è risorto,
nel mondo che faremo Dio è risorto!

AUSCHWITZ
Son morto con altri cento, son morto ch'ero bambino:
passato per il camino, e adesso sono nel vento.
Ad Auschwitz c'era la neve: il fumo saliva lento
nel freddo giorno d'inverno e adesso sono nel vento.
Ad Auschwitz tante persone, ma un solo grande silenzio;
è strano: non riesco ancora a sorridere qui nel vento.
Io chiedo come può l'uomo uccidere un suo fratello,
eppure siamo a milioni in polvere qui nel vento.
Ancora tuona il cannone, ancora non è contento
di sangue la belva umana, e ancora ci porta il vento.
Io chiedo quando sarà che l'uomo potrà imparare
a vivere senza ammazzare, e il vento si poserà.

NOI
Quando i cieli diventano più scuri e in bocca hai solo rabbia
e piove solo sabbia per le strade e sui muri
c'è bisogno di gente molto forte per fare assieme il viaggio
che inizia non sai dove e passa cento porte.
Noi che lasciamo tutto,
noi per volare in alto,
noi per cercare una città
dove i cieli non sono così scuri e le strade hanno suoni
e vedi sogni e immagini nelle strade e sui muri.
Quando i cieli diventano più scuri e in bocca hai solo rabbia
e piove solo sabbia nelle strade e sui muri
c'è bisogno di gente molto forte per fare assieme il viaggio
che inizia non sai dove e passa cento porte.
Noi che lasciamo tutto,
noi per volare in alto,
noi per cercare una città
che non ha tempo, ma solo prati verdi e il cielo a vibrazioni
e la pioggia a canzoni esiste solo... nana nanana
esiste solo... nana nanana
esiste solo... nana nanana
esiste solo... nana nanana
esiste solo...

STATALE 17
Statale 17, il sole cade a picco,
tre giorni sulla strada, nessuno che mi carichi,
nessuno che si fermi, mentre tu chissà se aspetti me,
mentre qui l'asfalto che si scioglie brucia i tacchi alle mie scarpe,
sono a terra senza un soldo, chissà mai se arriverò da te.
Statale 17, com'è lunga da far tutta,
romba svelto l'autotreno; questo cielo ancor sereno
sembra esplodere d'estate mentre tu chissà se pensi a me,
mentre qui mi sento solo al mondo, senza un cane che mi cerchi,
son sudato e sono sporco, chissà mai se arriverò da te.
Statale 17, sembri esplodere nel sole.
Statale 17, alzo il dito inutilmente.
Statale 17, lungo nastro di catrame, la gente bene dorme,
sei deserta all'orizzonte, a quest'ora non c'è un cane che mi voglia prender su.
Statale 17, sei triste nella sera, non alzo più la mano,
cammino piano piano sulla strada ormai deserta mentre tu chissà se aspetti ancora,
mentre qui la strada che si sperde sembra un letto di cemento,
sono mortalmente stanco, chissà mai se arriverò da te. 

Questo disco è stato registrato dal vivo nel novembre 1979 al Kiwi di Modena e al Club 77 di Pavana (PT). Insieme a Guccini (voce e chitarra) e ai Nomadi (Augusto Daolio - voce; Beppe Carletti - tastiere; Umbi Maggi - basso; Chris Dennis - violino e chitarre; Paolo Lancellotti - batteria) hanno suonato la chitarra Jimmy Villotti e Juan Carlos Biondini.
Il seguente passo si trova nel booklet del CD:
Ci siamo ritrovati insieme e abbiamo cominciato a parlare di quello che facevamo, di quello che abbiamo fatto, e ci siamo accorti che tante canzoni fatte tanti anni fa erano ancora, o almeno spero, per noi molto attuali, e quindi ci siamo detti: perché non rifarle?